Ada Lovelace

(Londra, 10 dicembre 1815–Londra, 27 novembre 1852)

OLTRE I NUMERI

Ada Lovelace è considerata la madre dei programmi di calcolo. Nacque nel 1815 in Inghilterra, da Annabella Milbanke, cultrice delle scienze, e dal poeta George Byron, che praticamente Ada non conobbe mai. Fu fortemente indirizzata agli studi scientifici dalla madre, cosa inusuale per una donna del XIX secolo in Inghilterra. Il rapporto difficile con quest’ultima, la crescente curiosità e la sua passione per la matematica e per la risoluzione di problemi di meccanica la portarono a cercare un confronto scientifico con altre persone, al di fuori della sua famiglia. Iniziò così una fitta corrispondenza con la scienziata Mary Somerville, che rappresenterà sempre il suo ideale di scienziata, e con il matematico Augustus De Morgan, con il quale inizierà ad interessarsi di logica e algebra.
A vent’anni sposò William King, conte di Lovelace. Ada era una donna determinata e desiderosa di realizzare qualcosa di importante nel campo della ricerca. Il forte interesse per la matematica caratterizzerà la sua intera esistenza. La salute cagionevole, i tre figli, che ben presto nacquero, e gli obblighi di società che aveva come contessa di Lovelace non la fermarono.
Fondamentale fu per lei l’incontro nel 1833 con Charles Babbage, celebre inventore che aveva progettato diversi modelli di macchina calcolatrice, differenziale e analitica. Se il lavoro di Babbage conquista e incuriosisce Ada, allo stesso tempo Babbage la definirà “incantatrice di numeri” riconoscendole una grande capacità matematica e con lei inizia a collaborare allo studio dei suoi modelli di macchina calcolatrice. L’amicizia fra i due fu di grande stimolo per entrambi e corredata da un’ampia corrispondenza scientifica a tutt’oggi non ancora pubblicata.
Proprio per il suo talento matematico e per la conoscenza approfondita delle macchine di Babbage, le fu affidata la traduzione in inglese di una monografia dell’italiano Menabrea che illustrava l’“Analytical Engine”, la macchina calcolatrice analitica. Lo stesso Babbage le consigliò di corredare la traduzione di disegni e dei suoi appunti e note. Le annotazioni furono più estese del testo originale, e furono pubblicate nel 1843 nelle Taylor’s Scientific Memoirs.
Nel libro, Ada descrisse tutti problemi che potevano, a suo giudizio, essere risolti con la nuova macchina, che lei intuì potesse operare non solo con numeri, ma anche con simboli astratti, andando in tal modo ben al di là di ciò che lo stesso Babbage aveva pensato per la sua macchina. Al tempo stesso, in una nota alla fine del libro Ada elaborò i principi in base ai quali le operazioni di calcolo potevano essere organizzate e ripetute, sviluppando così un algoritmo che doveva consentire alla macchina analitica il calcolo di elementi della serie di numeri di Bernoulli. L’algoritmo rappresenta il primo programma di calcolo della storia. Inoltre questa pubblicazione consentì una diffusione del lavoro di Babbage verso una più ampia platea scientifica.
Dagli scritti di Ada, oltre alle sue capacità di guardare in avanti verso un futuro applicativo più ampio, si percepisce la sua forte convinzione dell’esistenza di un legame tra numeri e natura, tra poesia e matematica.
Peggioramenti nel suo stato di salute, forti mal di testa, la costrinsero spesso a letto, trovando sollievo solo nella morfina, ma senza allontanarla mai del tutto dai suoi lavori scientifici. A trentasei anni morì di cancro all’utero.
Nonostante il suo contributo alla ricerca e alla divulgazione scientifica sia stato molto importante (Alain Turing prenderà spunto per i suoi studi dal libro tradotto da Ada), solo nel 1979 il governo americano onorerà la sua memoria e il suo lavoro chiamando “Ada” un linguaggio di programmazione sviluppato per il Pentagono.
Dal 2009 è stata istituita una giornata internazionale (il secondo giovedì di ottobre) dedicata ad Ada Lovelace e a tutte le donne che si sono distinte nelle discipline STEM (science, technology, engineering, and maths).

A cura del CPO della SIF

Foto Ada Lovelace: portrait by Alfred Edward Chalon, painting, c1840. Credit incamerastock/Alamy Stock Photo
Foto Aula: Aula Magna dell’Università degli Studi di Genova